Marmitta Catalitica: Cosa è?

Coloro i quali posseggono un’auto, ma anche chi non la possiede, conoscono certamente i vari pezzi che la compongono ma talvolta non ci si chiede a cosa servano, quale sia la loro funzione specifica e come riescano a svolgerla. In fondo, è vero, questa  conoscenza non è affatto necessaria per guidare e trattare correttamente un’auto. Oggi ci occuppiamo della Marmitta Catalitica.

Cosa è la Marmitta Catalitica

Ormai già dagli anni ’90 tutte le auto e non solo montano una Marmitta Catalitica. Questa è il frutto di un avanzamento tecnologico costante attraverso cui i  veicoli in generale e le auto in particolare sono sempre più tecnologiche, soprattutto verso un maggiore rispetto dell’ambiente e della sicurezza.

La Marmitta tradizionale, quella non catalitica, aveva il compito di provvedere allo scartico dei fumi dovuti alla combustione o scoppio del carburante, silenziando lo scarico stesso.

Quando la Marmitta si bucava o si rompoeva, infatti, l’Auto faceva un rumore davvero molto fastidioso. La Marmitta, perciò, era un elemento dell’auto importante ma tutto sommato semplice e la sua sostituzione non era nemmeno eccessivamente costosa.

Il problema dell’inquinamento dell’aria dovuto ai fumi di scarico ha indotto a studiare un sistema per ridurlo ed è stata studiata ed applicata la Marmitta Catalitica.

Questa è capace, tramite delle reazioni chimiche che si realizzano al suo interno, di trasformare diverse sostanze altamente nocive in altre molto meno dannose sia per gli esseri viventi che per l’equilibrio  atmosferico.

Come funziona la Marmitta Catalitica

Intendiamo semplificare il più possibile il discorso relativo al funzionamento di questo elemento dell’Auto. In buona sostanza, la struttura della marmitta catalitica consiste in un nido d’ape provvisto anche di parti in ceramica.

I fumi di scarto che arrivano dal collettore del motore, sono incanalati in questa struttura per essere poi emessi in atmosfera. La struttura della marmitta come appena descritta sommariamente, è rivestita da un sottile strato di particolari metalli come il platino o il prezioso palladio.

Questi metalli, realizzano una reazione chimica con i fumi provenienti dal motore, trasformando ad esempio, Monossido di Carbonio o ossidi di azoto, fortemente nocivi per la salute, in altri quali l’Anidride Carbonica, Azoto e  acqua, molto meno nocivi o per nulla.

Ecco, allora, che ciò che viene rilasciato nell’atmosfera dal funzionamento del motore perde in nocività, quindi si realizza una maggiore tutela della salute, migliorando la qualità dell’aria che respiriamo nelle nostre città.

Tuttavia devi anche sapere che per poter dare avvio a queste reazioni chimiche all’interno della marmitta catalitica, è necessaria un’alta temperatura, tra i 300 e i 900 °C, al di sotto gli elementi di combustione continuano ad uscire come in una comune, vecchia marmitta.

Svantaggi della Marmitta Catalitica

La Marmitta Catalitica, perciò, non riesce a svolgere la sua funzione su tratti brevi in quanto non si raggiunge la temperatura di esercizio necessaria. Altro problema deriva da repentine accelerazioni e decelerazioni.

Affinché avvenga la reazione chimica di trasformazione delle sostanze, il sistema necessita di un certo tempo, anche se breve. Un aumento repentino della quantità di fumi non consente la reazione chimica, per cui una certa quantità di sostanze nocive è comunque emessa in atmosfera.

L’abbattimento della nocività media si attesta comunque intorno al 90%, almeno su percorsi misti. Rischia di essere più basso in città, per via dei percorsi più frammentati che portano alla possibilità di una temperatura inferiore al minimo necessario per il funzionamento della Marmitta Catalitica.

La presenza di metalli particolarmente preziosi come il platino o peggio ancora, il Palladio che è più caro dell’oro, porta in alto il prezzo della Marmitta Catalitica rendendo particolarmente dispendiosa la sua sostituzione.

La Marmitta Catalitica richiede che a monte vi sia una certa presenza tecnologica e per questo spesso non può essere montata in auto piuttosto datate. Questo giustifica l’incentivazione al rinnovo del parco auto circolante, parecchio vecchio nel nostro Paese.